Violenza psicologica ed emotiva: cos’è e come riconoscerla?
La violenza psicologica è molto comune e tuttavia pochi comprendono cos’è realmente.
Infatti, non avendo i segni visibili della violenza fisica, può rimanere nascosta per anni.
La violenza psicologica ed emotiva, tuttavia, può essere devastante tanto quanto quella fisica: può influenzare i tuoi pensieri, le tue emozioni, le tue azioni ed avere un importante impatto sulla tua vita.
È una vera e propria forma di abuso che può distruggere le relazioni intime, le amicizie ed intaccare la relazione che hai con te stesso e la tua autostima (vale per ambo i sessi).
Questa forma di violenza, verbale e non, si manifesta quando l’altro si impone su di te e ti fa sentire inadeguato in molte situazioni della vita.
Minaccia la tua fiducia in te stesso e ti porta a dipendere da lui in molti modi, tra i quali il controllo, la coercizione, la manipolazione, il bullismo e/o la crudeltà verbale.
I danni che porta possono essere enormi fino a far entrare la vittima in un vero e proprio incubo dal quale sembra impossibile uscire (si finisce per vivere un vero e proprio trauma psicologico prolungato).
Quali sono i segnali a cui devi prestare attenzione?
Umiliazione
Negazione
Critica
Queste tattiche dell’aggressore hanno lo scopo di minare la tua autostima e si manifestano soprattutto a livello verbale.
Ecco alcuni esempi:
- Usa dei nomignoli: utilizza parole offensive dandoti dello “stupido“, del “perdente” o del “fallito“.
- Fa Generalizzazioni: usa la parola “sempre” ad es. “sei sempre in ritardo, incapace, incasinato, sgradevole, e così via“.
- Urla: l’urlare e l’imprecare hanno lo scopo di intimidirti e farti sentire piccolo e irrilevante. Le urla possono essere accompagnate anche da pugni a cose o lanci di oggetti.
- Ti Ridicolizza: usa frasi atte a farti sentire incapace ad es. “so che ci provi, ma questo va oltre la tua comprensione.“
- Ti Imbarazza in pubblico: espone i tuoi segreti o prende in giro le tue mancanze in pubblico.
- Fa del sarcasmo: quando ti lamenti o soffri risponde dicendo che sta scherzando e ti dice di smettere di prendere tutto così seriamente.
- Insulta il tuo aspetto: può insultare il tuo aspetto fisico, il tuo modo di vestire, parlare, camminare ecc.
- Sminuisce i tuoi interessi e i tuoi successi: potrebbe dirti che i tuoi hobby ed interessi sono solo una perdita di tempo infantile. Stessa cosa vale per tutti i risultati che hai raggiunto nella vita.
- Colpisce i tuoi punti deboli: chi ti fa violenza psicologica, una volta che è a conoscenza di ciò che ti infastidisce tende a ripeterlo costantemente. (Controllo e vergogna). Cercare di farti vergognare delle tue inadeguatezze è solo un’altra via per avere più potere.
- Ti minaccia: ti dice che se non fai ciò che vuole avrai brutte conseguenze.
- Ti tiene sotto controllo: vuole sapere ogni cosa che fai e dove sei in ogni momento. Ciò vale anche per le tue attività on-line e finanziarie.
- Ti dà ordini diretti: es. “portami la cena adesso!”; “vieni qui…adesso!” e si aspetta che tu esegua l’ordine.
- Ha scatti d’ira: se non fai ciò che ti dice la sua reazione è la rabbia esplosiva.
- Ti tratta come un bambino: ti dice cosa indossare, cosa e quanto mangiare, quando uscire o che persone frequentare.
- Usa gli altri per farti sentire a disagio: oltre all’umiliazione pubblica, chi usa violenza psicologica può dirti frasi come “tutti pensano tu abbia torto” o “tutti dicono che sbagli” per farti sentire in colpa o per manipolarti.
Qual è lo scopo, perché lo fanno?
Alcuni aspetti:
- Rifiuto: quando lo si respinge, lo si fa sentire inutile o senza valore, si toglie valore alle sue idee o emozioni, ci si rifiuta di aiutarlo.
- Disprezzo: sminuirlo, ridicolizzarlo, umiliarlo, fargli provare vergogna, criticarlo, insultarlo.
- Clima di terrore: minacciarlo di violenza fisica, o abbandono, o morte, o di distruggerli tutte le cose che ha, inserirlo in un ambiente caotico e pericoloso, punirlo se non corrisponde alle aspettative.
- Isolamento: isolarlo fisicamente e socialmente, limitando le sue opportunità di socializzare.
- Trascuratezza: essere disattenti ed ignorare i suoi bisogni emotivi, evitare il contatto e l’affetto fisico, trascurare le sue necessità primarie (bisogni educativi e di salute).
Le scuse della vittima per negare la realtà
Ci sono diversi ostacoli che possono impedire ad una vittima di violenza psicologica di cambiare la situazione. Vediamo quali sono le “scuse” che spesso la vittima usa per negare la realtà (consapevoli o meno):
1. “È normale, davvero”
La violenza emotiva è molto comune. Ciò non significa che sia normale. Una relazione sana non deve comportare l’essere sminuiti, manipolati o controllati.
2. “È colpa mia, lo faccio impazzire”
Queste situazioni sono caratterizzate dalla manipolazione psicologica: la vittima si sente costantemente in colpa. In una relazione sana entrambi i membri della coppia si prendono la responsabilità di cosa non funziona.
3. “Sta solo scherzando”
Se sei costantemente soggetto a scherzi o a prese in giro che non tengono conto del tuo stato emotivo, si tratta di violenza non di gioco.
4. “È solo il suo modo di mostrare amore, so che in fondo mi ama”
Se una persona fa cose carine e dolci un paio di volte al mese, ma ti critica o ti sminuisce ogni giorno, come può definirsi tutto ciò amore?
5. “Mi piace essere trattato/a in questo modo, se sono onesto/a”
Triste, ma è così. Alcune vittime di violenza psicologica raggiungono un punto nel quale convincono loro stesse che sono felici della situazione. Questa frase deriva da un meccanismo di sopravvivenza ed è spesso il risultato di continue manipolazioni.
Nessuno, se andiamo a fondo, ha piacere venire ferito ed umiliato
La realtà è questa: Non ci sono scuse che reggono quando si tratta di violenza.
La vittima tende spesso a minimizzare queste azioni: ma questo è un modo di affrontare la realtà di una situazione difficile che spesso porta a relazioni di abuso emotivo e psicologico di lunga durata.
Spesso per ignoranza si pensa che la violenza sia solo tra adulti, e le vittime siano solo donne, invece vengono coinvolti ogni giorno: uomini, donne, anziani, adolescenti e bambini.
Le dinamiche non sono solo marito su moglie ma anche:
moglie su marito; genitori su figli, figli su genitori, fidanzato su fidanzata, fidanzata su fidanzato, amica su amica, amico su amico; amico su amica; amica su amico.
Quando non ti senti più la persona che eri un tempo o ti senti anche peggio di quando conoscevi il tuo partner, prendi la cosa seriamente.
Molte vittime hanno paura di come il loro carnefice reagirà se solo provano a cambiare la situazione (spesso la minaccia di essere lasciati porta questi individui a reagire con maggiore violenza). Altre stanno in relazioni di abuso psicologico nella speranza che l’altro/a possa cambiare. Ciò avviene spesso nei casi di dipendenza affettiva.
Cosa fare, come difendersi e come reagire alla violenza?
Il modo migliore per difendersi dalle violenze psicologiche ed emotive è infatti quello di rendere prioritario il tuo benessere.
Cosa fare per affrontare le violenze psicologiche ed emotive
L’elemento principale da ricordare se vuoi affrontare una relazione violenta a livello psicologico è ammettere di averla. Se sei onesta rispetto a ciò che provi e che stai vivendo, puoi cominciare a riprendere il controllo della tua vita.
L’elemento principale da ricordare se vuoi affrontare una relazione violenta a livello psicologico è ammettere di averla. Se sei onesta rispetto a ciò che provi e che stai vivendo, puoi cominciare a riprendere il controllo della tua vita.
1) Rendi la tua salute mentale ed emotiva una priorità
SMETTI di preoccuparti di compiacere la persona che ti fa violenza. I tuoi bisogni emotivi sono la cosa più importante per te. Decidi di non rispondere alle violenze o di non entrare in discussioni inutili. Per riprendere in mano la tua vita, il primo e fondamentale step è quello di riconoscere ciò di cui hai bisogno e quanto vali.
2) Stabilisci dei confini chiari
per uscire da questa situazione devi cominciare ad esigere rispetto. E avere il coraggio di dire frasi quali “Non puoi urlarmi più! Non devi insultarmi! Prenditi le tue responsabilità!“.
Non si tratta solo di dire queste cose, ma anche di farle rispettare. Devi stabilire dei confini definiti e mantenerli saldi soprattutto per te stesso.
3) Smettila di incolparti. Accetta che la violenza non è colpa tua.
Se ti ritrovi a vivere una relazione di questo tipo potresti pensare che c’è qualcosa di sbagliato in te. Potresti pensare che il problema vero sei tu. Non è così. La tua unica responsabilità è quella di vedere chiaramente la situazione e decidere cosa fare per ritrovare il tuo benessere.
4) Ricordati che non puoi “sistemare” l’altro.
Nonostante i tuoi sforzi, non riuscirai mai a cambiare il tuo aggressore.
Ricorda che non puoi controllare le sue azioni e non puoi essere incolpata/o per le sue scelte. Spesso chi fa violenza, infatti, è insicuro, ansioso o ha vari problemi di rabbia e incapacità di gestire le emozioni.
5) Evita di scusarti con il tuo aggressore
In altre parole, se il tuo aggressore comincia a minacciarti, insultarti o mostra comportamenti violenti non dovresti cercare di dargli spiegazioni, comprende o scusarti per cose che non hai fatto. La cosa migliore è semplicemente _allontanarti. _ Continuare a giustificare lo porta solamente ad agire maggiore violenza anche in futuro.
6) Costruisci una rete di supporto
So che spesso la tua tendenza è quella di nascondere ciò che avviene per proteggere il tuo aggressore, ma dovresti mettere te stesso in primo piano e parlare con qualcuno.
Parlare con un amico fidato, membro della famiglia o anche un terapeuta può aiutarti a vedere la situazione da un’altra prospettiva. Passare del tempo con persone che ti vogliono bene e che ti supportano è fondamentale per sentirti una persona meno sola ed isolata.
Non sempre sarà facile ascoltare cosa hanno da dirti, ma a volte è proprio la verità ad essere difficile da accettare.
7) Pensa ad un piano di uscita
Se il tuo aggressore non ha intenzione di cambiare o lavorare sui suoi problemi, la miglior scelta che puoi fare è quella di pensare ad un modo di allontanarti.
Se è possibile, taglia tutti i ponti. Rendi chiaro che è finita e non guardarti indietro.
A seconda della situazione, però, ci sarà bisogno di fare dei passi per arrivare alla chiusura: prima di fare questa scelta è meglio discuterne con un amico fidato, un familiare o qualcuno a te vicino.
Potresti anche voler trovare un professionista in grado di mostrarti un modo sano per concludere definitivamente questa brutta esperienza.
2 commenti
Marina
😢mia figlia é víctima di maltratamento emotivo e sicológico,molto triste perche ci sonó due bambini e non possiamo,non abbiamo dové andare,soferenza totale dopo che leí ha deciso finire con lui
Stefania Russo
Buongiorno,
se vuole parlarmene può contattarmi via mail, così possiamo capire insieme come aiutarla.